Ricorre oggi l’anniversario della strage partigiana di Malga Bala

Fonte: https://www.anvgd.it/ricorre-oggi-lanniversario-della-strage-partigiana-di-malga-bala/

Roberto Biffis – Presidente del Comitato provinciale di Treviso dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

In ricordo dei 12 carabinieri (facenti parte delle formazioni della Guardia Nazionale Repubblicana, più precisamente volontari nella 62ª Legione “Isonzo”), che proprio in data odierna, 25 marzo, nel 1944 vennero orribilmente massacrati presso Malga Bala ad opera dei partigiani jugoslavi comunisti di Tito.

Vennero dapprima catturati presso il comando vicino a Tarvisio ( il 23 marzo) e, ovviamente, derubati di tutto.

Giunti in Malga, dopo una marcia forzata, i Carabinieri furono rinchiusi nella stanzetta della stagionatura dei formaggi e, uno alla volta, spogliati, vennero dapprima avvelenati tramite una bevanda a base di soda caustica poi malmenati, accaprettati con filo di ferro, costretti nel piccolo cucinino della Malga e uccisi con il piccone. Finire un prigioniero o un avversario col piccone era un sistema in uso nel mondo comunista in segno di estremo dispregio verso il nemico, di umiliazione totale, di annientamento della sua dignità e personalità (si ricordi la fine di Trotzki). Così a Malga Bala.

Il comandante dei Carabinieri Perpignano era stato uncinato a testa in giù ad una trave della stanza e preso continuamente a calci nella testa, con le formiche attratte dal sangue che cercavano un pasto finalmente appagante. Sventrati, evirati, maciullati, singolarmente, subito dopo i partigiani Lojs Kravanja e Bepi Flais tiravano il corpo maciullato del malcapitato fin sotto un grosso sasso nelle vicinanze e la mattanza ricominciava con un nuovo prigioniero.

Poi, finita la carneficina, mentre ricominciava a nevicare, i 22 eroici attivisti del comunismo di Tito, se ne discesero intavolando nei giorni successivi, nel tentativo di “purificare” la propria immagine, la teoria che a commettere quella strage fossero stati proprio i tedeschi per riversare poi, malignamente, la colpa su quei poveri innocenti partigiani del tutto ignari dell’accaduto.

I tedeschi invece scoprirono l’atroce scenario del massacro e diedero l’allarme, con il conseguente recupero dei trucidati ed i funerali solenni per dimostrare l’atrocità dei partigiani.

Proprio in questo giorno mi sento di consigliare a tutti voi di leggere il libro “Planina Bala. Malga Bala, 25 marzo 1944” (Aviani editore, Udine 2021), proprio su questi avvenimenti. Un libro unico nel suo genere, scritto da Antonio Russo: un lavoro puntiglioso ricco di dettagli che l’autore riuscì ad estrapolare proprio dagli stessi partigiani riuscendo anche ad intervistati e a registrare le loro voci sui nastri audio.

Condividi:

Related posts